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A.s. 2021/2022

Pro e contro dell’anno scolastico appena finito

Possiamo ufficialmente archiviare questo anno scolastico.

Un anno particolare in cui abbiamo attraversato ogni fase della pandemia, abbiamo riorganizzato il lavoro dall’oggi al domani, abbiamo imparato a destreggiarci tra i DPCM e il burocratese (ovvero il dire tutto e niente con tanti paroloni) e, insieme, abbiamo coperto i buchi delle istruzioni che ci sono state date per prevenire i contagi a scuola. Come se non bastasse ci siamo trovati a parlare di guerra e ad accogliere bambini che stavano scappando dal loro paese.

Mai come quest’anno abbiamo fatto i salti mortali per arrivare a giugno perchè i bambini e le bambine meritano questo ed altro.

Parola d’ordine reinventarsi

Se, nonostante le varianti del Covid e le novità sulla gestione della situazione scolastica, affrontare la ‘situazione pandemia’ è stato faticoso ma fattibile perchè ormai si tratta del 3 anno, discorso diverso è stato per la guerra.

Per quanto si parli di eventi simili, primo fra tutti la Giornata della memoria il 27 gennaio, abbiamo in classe bambini e bambine che la guerra non sanno in realtà cosa sia. Anche noi insegnanti non abbiamo vissuto le atrocità della guerra, ma di sicuro lo hanno fatto i nostri nonni e molti di noi sono cresciuti con i loro racconti di un’Italia non molto lontana. I bambini e le bambine di oggi difficilmente hanno ascoltato racconti simili dai diretti interessati, la guerra è una realtà lontana, qualcosa di astratto e quasi un gioco.

Ci siamo trovati quindi a spiegare cosa sia la guerra utilizzando parole che non spaventassero ma che rendessero comunque l’idea della situazione.

Abbiamo cercato di smorzare e filtrare le mille informazioni che i bambini e le bambine ci riferivano (perchè ricordate che loro sentono tutto anche quando sembra che non ascoltino) e preparato all’ingresso di possibili e reali alunni e alunne provenienti dai paesi in guerra.

Cosa è rimasto di questi mesi?

Sono rimasti molti pensieri su ciò che abbiamo passato.

Sono rimasti dubbi sull’essere riusciti ad affrontare la situazione e la didattica nel migliore dei modi possibili.

Contro

  1. Problemi di comunicazione ministero-scuole. Abbiamo visto, ancora una volta come, chi si occupa di scuola, in realtà ne Sa molto poco. Conosce a grandi linee come funziona, ma la quotidianeità e le situazioni che gli insegnanti si trovano ad affrontare sono molto oscure per i piani alti.
  2. Siamo stati la prima linea : di informazione, di supporto e abbiamo assorbito tutte le lamentele, i dubbi e i problemi dei genitori. Lo rifaremmo, ma non è stato facile.
  3. Il riorganizzarsi all’ultimo momento. Tipo la grande idea di modificare le linee guida sui contagi l’ultimo giorno di scuola. Nemmeno noi insegnati sapevamo bene come agire e molti hanno temuto per i familiari.
  4. Le lamentele/Genitori. Su tutto dalle mascherine al distanziamento sopratutto sostenute da ‘Ma tanto ha già avuto il covid’. Ecco, una delle frasi che ho ripetuto più spesso quest’anno è stata ‘Capisco, ma non tutto l’hanno avuto e anche voi potreste riprenderlo’.
  5. Le lamentele/Insegnanti. Dal vaccino alle mascherine, passando per ‘ma al ristorante’ , ‘ma in palestra’ fino ad arrivare ‘secondo me l’hanno fatto di proposito’. Non so voi, ma io a sentire certe affermazioni qualche domanda me la sono fatta…
  6. La DDI. Ecco, tra tutte le invenzioni dell’umanità la DidatticaDigitaleIntegrata è la peggiore. Il male assoluto. Ciò che può portare qualsiasi essere umano alla pazzia. E non perchè la connessione internet nelle scuole non funziona, ma proprio per come è stata pensata.

Pro

  1. La forza dei bambini e delle bambine che si sono adattati a tutto, che hanno saputo agire e reagire meglio di tanti adulti.
  2. La tecnologia. Qui sono di parte, ma credo che nelle scuole computer e TIC (tecnologie dell’informazione e della comunicazione) siano troppo sottovalutati. E’ inutile negare che sia una delle competenze necessarie che i bambini dovranno sviluppare.
  3. Le riunioni a distanza. La comodità di non dover tornare a scuola o avere due ore di buco, stare sul divano, alla scrivania, al tavolo con la temperatura ideale, una bella tazza di tè, caffè, coca cola a portata di mano e di essere subito a casa una volta finita la riunione.
  4. I corsi a distanza. Non so quanti corsi ho seguito in questi due anni. Corsi a cui normalmente avrei dovuto rinunciare.
  5. Le conoscenze. Questo blog e il profilo instagram sono nati proprio a inizio pandemia per non perdere i contatti con gli altri. Nel tempo ho conosciuto professionisti che, come me, hanno utilizzato i social per rimanere in contatto con le persone.
  6. Flessibilità didattica. Abbiamo imparato che non sempre ciò che ha funzionato può andare bene in ogni contesto (si, so che questo già avremmo dovuto saperlo, ma non l’avevano capito proprio tutti), che si può arrivare allo stesso risultato seguendo strade diverse (come sopra) e che esistono molti modi di fare didattica : solo i limiti che ci poniamo noi possono fermarci (vedi sopra anche qui).

Quindi?

Quindi vi dico che quest’anno è stato pesante e faticoso. Ma per quanto la pandemia è stata (ed è ) un’esperienza bruttissima, possiamo provare ad apprezzarne i – pochi – lati positivi come l’essere flessibili e adattabili, che ‘la presenza’ non è l’unico modo per rapportarsi e che la tecnologia non è quel mostro cattivo che pensavamo fosse.

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Gli incontri scolastici

Scuola e riunioni : online o in presenza? 

Inizio dicendo che da me un caos come quest’anno non c’è mai stato, nemmeno nel 2020 all’inizio della pandemia.

Siamo passati attraverso tutte le opzioni da settembre a ora :

presenza-distanza-presenza-distanza-mista- presenza- fate come volete 

No, non sto scherzando sull’ultima modalità: al momento siamo noi insegnanti che decidiamo in base alle nostre esigenze se organizzare le riunioni/programmazioni in presenza o a distanza.

Al di là della modalità che sentiamo più vicina a noi è abbastanza incredibile che si lasci tutto al caso, tutto sulle spalle degli insegnanti come al solito.

Cosa farei io?

Detto questo io avrei messo la distanza obbligatoria per tutte le riunioni 😂 anche se siamo  al pc parliamo sempre con la bocca e anzi, non si ha il vociare dei colleghi o il parlarsi sopra.

Poi diciamoci la verità, quante sono le riunioni veramente importanti che facciamo a scuola?

Da me, fortunatamente, gli argomenti all’ordine del giorno sono 3 di cui uno è leggere e approvare il verbale precedente, uno è ‘varie ed eventuali’.

Stesso discorso per le programmazioni. A volte è necessario essere a scuola magari per metter in ordine l’aula, sistemare materiali o elaborati… ma spesso ci ritroviamo nella stessa stanza ognuno a preparare le sue lezioni o correggere quaderni.

Io lo faccio più volentieri da casa dove non devo pensare ai 40 minuti di macchina che mi aspettano.

Questo non vuol dire che non si lavori in team, ma è cambiato il modo di comunicare e condividere documenti.

Nuovi modi di comunicare . . .

Non parlo semplicemente dei gruppi whatsapp (fastidiosi, spuntano come funghi, se li silenzi li dimentichi però imbattuti per rapidità, scambio, persone raggiunte), ma anche delle mail e dei programmi di condivisione dei documenti.

. . . e tradizioni consolidate

Poi chi veramente aspetta magari la programmazione per condividere idee, cercare consigli od organizzare un lavoro?

Aspetta che mi segno tutte le idee che ho dal mercoledì al martedì della settimana successiva per poi poter inondare le mie colleghe in programmazione.

No, quando abbiamo un’idea la diciamo durante la compresenza, durante il cambio, se ci incrociamo in corridoio così sappiamo già se il resto del team approva e possiamo iniziare a lavorarci.

E i colloqui?

Anche in questo caso l’organizzazione è lasciata in mano agli insegnanti. Ma qui mi fermo perchè meritano un post a parte.

Cosa mi auguro per il prossimo anno?

Di poter partecipare a più riunioni/programmazioni on line e poter scegliere la presenza solo quando c’è effettivamente una necessità.

Perchè questa scelta? Un 50% per l’esiguità degli argomenti trattati, un 35% per risparmiare tempo di viaggio utilizzabile per altro e un 15% per la mia asocialità.

E voi? In quale modalità preferireste le riunioni ?