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Non é tutto oro quello che luccica

Accettare

Credo che mettersi in discussione e accettare che non vada tutto come abbiamo deciso sia la base della nostra professione (e della vita in generale).

Instagram e il web sono diventati negli ultimi anni una grande risorsa e trovo giusto prendere spunto da colleghi che condividono i loro metodi, i loro strumenti e le loro attività.

L’importante é ricordarci che:

  1. spesso vediamo solo la parte bella
  2. non sempre ció che va bene per uno va bene anche per gli altri.

Questa riflessione nasce da un sito per controllare il livello del rumore in classe che ultimamente é condiviso da molti insegnanti italiani.

Bouncy balls risorsa condivisa da insegnanti d’oltreoceano già un paio di anni fa e che ho già utilizzato.

Questo è stato uno degli esperimenti fallimentari nella mia carriera.

Io l’ho utilizzato un paio di anni fa e ‘ha fatto più danni della grandine’.

Dopo un primo esperimento positivo è scoppiato il delirio: i bambini facevano a gara per far saltare le palline.

Magari stavano in silenzio poi, nel bel mezzo dell’attività qualcuno lanciava un urlo.

Mi sono chiesta spesso perché, finché ho accettato che non tutti gli strumenti funzionano, che per 10 successi qualche caduta era naturale.

Ma non ho abbandonato le palline rimbalzine, ho solo trasformato l’attività: invece che tenere sotto controllo il rumore erano diventate i nostri 3 minuti di gioco/relax.

Raramente vedo condividere attività che non hanno funzionato, sembra che tutto ciò che viene proposto sia sempre accolto con super entusiamo.

Bhe, l’entusiasmo può anche esserci ma non sempre l’attività funziona. Ma questo é anche il bello del nostro lavoro, il lato positivo dell’essere passati da una programmazione ad una progettazione dove possiamo dire ’no, questo non é adatto o funzionale per la mia classe, devo cambiare strada’.

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Anno del coniglio

L’importanza dell’altro.

Parlare delle vacanze degli altri paesi aiuta i bambini ad entrare in contatto con le altre culture, con l’altro, con il diverso da noi.

Partire dal quotidiano, dalla vita reale è sempre il modo migliore per far avvicinare i bambini e le bambine alle novità.

Se poi abbiamo una classe multiculturale sarà ancora più facile perchè gli spunti per allargare le nostre conoscenze saranno all’ordine del giorno.

A me piace introdurre ogni argomento con una storia. A volte la storia si trova facilmente; a volte non si trova per niente e dobbiamo improvvisarci scrittori; altre volte ancora è proprio sotto i nostri occhi.

Quest’anno ho deciso di parlare del capodanno e dello zodiaco cinese. Alcuni bambini già conoscevano la storia (in una delle sue tante versioni) e mi hanno aiutato a raccontarla.

Gli animali dello zodiaco cinese

Tanto tempo fa viveva un Dio che aveva creato il mondo.
Un giorno il Dio sentì che la sua fine era vicina e decise di dare una grande festa invitando i suoi amici animali: il gatto, il topo, il bue, il cavallo, la pecora, il cinghiale, il coniglio, il serpente, il dragone, il cane, la scimmia, il gallo e la tigre.
Non tutti gli animali andavano d'accordo fra loro, sopratutto il topo che voleva essere il preferito del Dio.
Qualche giorno prima della festa il Topo andò dal Gatto e gli disse che la festa era stata spostata. Il Gatto si fidò del Topo e il giorno della festa non andò.
Il Topo invece arrivo per primo salendo sulla testa del Bue.
Il Dio contento per aver festeggiato insieme agli animali decise che da allora ogni anno sarebbe stato dedicato ad uno di loro dodici iniziando proprio dal ''fedele'' Topo. 
Il Gatto, che non aveva partecipato alla festa fu escluso.

Questa è una delle storie che vengono raccontate sullo zodiaco, esiste anche una versione in cui gli animali prendono parte ad una gara (che è quella che conoscevano i miei alunni).

Qui la versione della gara con spiegazione sugli animali scelti.

La storia può essere utilizzata per parlare di molti argomenti:

  • una cultura diversa
  • gli animali (scienze e inglese)
  • i miti e le leggende

Oppure possiamo realizzarne una storia a fumetti, divertirsi a scoprire il nostro segno nello zodiaco cinese, ”prevedere” utilizzando la matematica quali saranno i prossimi segni zodiacali. . .

So che, sopratutto a gennaio, il tempo non sembra mai essere abbastanza, ma legare la spiegazione di un argomento ad un evento del periodo aiuterà tutti (noi insegnanti e loro studenti e studentesse).

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A.s. 2021/2022

Pro e contro dell’anno scolastico appena finito

Possiamo ufficialmente archiviare questo anno scolastico.

Un anno particolare in cui abbiamo attraversato ogni fase della pandemia, abbiamo riorganizzato il lavoro dall’oggi al domani, abbiamo imparato a destreggiarci tra i DPCM e il burocratese (ovvero il dire tutto e niente con tanti paroloni) e, insieme, abbiamo coperto i buchi delle istruzioni che ci sono state date per prevenire i contagi a scuola. Come se non bastasse ci siamo trovati a parlare di guerra e ad accogliere bambini che stavano scappando dal loro paese.

Mai come quest’anno abbiamo fatto i salti mortali per arrivare a giugno perchè i bambini e le bambine meritano questo ed altro.

Parola d’ordine reinventarsi

Se, nonostante le varianti del Covid e le novità sulla gestione della situazione scolastica, affrontare la ‘situazione pandemia’ è stato faticoso ma fattibile perchè ormai si tratta del 3 anno, discorso diverso è stato per la guerra.

Per quanto si parli di eventi simili, primo fra tutti la Giornata della memoria il 27 gennaio, abbiamo in classe bambini e bambine che la guerra non sanno in realtà cosa sia. Anche noi insegnanti non abbiamo vissuto le atrocità della guerra, ma di sicuro lo hanno fatto i nostri nonni e molti di noi sono cresciuti con i loro racconti di un’Italia non molto lontana. I bambini e le bambine di oggi difficilmente hanno ascoltato racconti simili dai diretti interessati, la guerra è una realtà lontana, qualcosa di astratto e quasi un gioco.

Ci siamo trovati quindi a spiegare cosa sia la guerra utilizzando parole che non spaventassero ma che rendessero comunque l’idea della situazione.

Abbiamo cercato di smorzare e filtrare le mille informazioni che i bambini e le bambine ci riferivano (perchè ricordate che loro sentono tutto anche quando sembra che non ascoltino) e preparato all’ingresso di possibili e reali alunni e alunne provenienti dai paesi in guerra.

Cosa è rimasto di questi mesi?

Sono rimasti molti pensieri su ciò che abbiamo passato.

Sono rimasti dubbi sull’essere riusciti ad affrontare la situazione e la didattica nel migliore dei modi possibili.

Contro

  1. Problemi di comunicazione ministero-scuole. Abbiamo visto, ancora una volta come, chi si occupa di scuola, in realtà ne Sa molto poco. Conosce a grandi linee come funziona, ma la quotidianeità e le situazioni che gli insegnanti si trovano ad affrontare sono molto oscure per i piani alti.
  2. Siamo stati la prima linea : di informazione, di supporto e abbiamo assorbito tutte le lamentele, i dubbi e i problemi dei genitori. Lo rifaremmo, ma non è stato facile.
  3. Il riorganizzarsi all’ultimo momento. Tipo la grande idea di modificare le linee guida sui contagi l’ultimo giorno di scuola. Nemmeno noi insegnati sapevamo bene come agire e molti hanno temuto per i familiari.
  4. Le lamentele/Genitori. Su tutto dalle mascherine al distanziamento sopratutto sostenute da ‘Ma tanto ha già avuto il covid’. Ecco, una delle frasi che ho ripetuto più spesso quest’anno è stata ‘Capisco, ma non tutto l’hanno avuto e anche voi potreste riprenderlo’.
  5. Le lamentele/Insegnanti. Dal vaccino alle mascherine, passando per ‘ma al ristorante’ , ‘ma in palestra’ fino ad arrivare ‘secondo me l’hanno fatto di proposito’. Non so voi, ma io a sentire certe affermazioni qualche domanda me la sono fatta…
  6. La DDI. Ecco, tra tutte le invenzioni dell’umanità la DidatticaDigitaleIntegrata è la peggiore. Il male assoluto. Ciò che può portare qualsiasi essere umano alla pazzia. E non perchè la connessione internet nelle scuole non funziona, ma proprio per come è stata pensata.

Pro

  1. La forza dei bambini e delle bambine che si sono adattati a tutto, che hanno saputo agire e reagire meglio di tanti adulti.
  2. La tecnologia. Qui sono di parte, ma credo che nelle scuole computer e TIC (tecnologie dell’informazione e della comunicazione) siano troppo sottovalutati. E’ inutile negare che sia una delle competenze necessarie che i bambini dovranno sviluppare.
  3. Le riunioni a distanza. La comodità di non dover tornare a scuola o avere due ore di buco, stare sul divano, alla scrivania, al tavolo con la temperatura ideale, una bella tazza di tè, caffè, coca cola a portata di mano e di essere subito a casa una volta finita la riunione.
  4. I corsi a distanza. Non so quanti corsi ho seguito in questi due anni. Corsi a cui normalmente avrei dovuto rinunciare.
  5. Le conoscenze. Questo blog e il profilo instagram sono nati proprio a inizio pandemia per non perdere i contatti con gli altri. Nel tempo ho conosciuto professionisti che, come me, hanno utilizzato i social per rimanere in contatto con le persone.
  6. Flessibilità didattica. Abbiamo imparato che non sempre ciò che ha funzionato può andare bene in ogni contesto (si, so che questo già avremmo dovuto saperlo, ma non l’avevano capito proprio tutti), che si può arrivare allo stesso risultato seguendo strade diverse (come sopra) e che esistono molti modi di fare didattica : solo i limiti che ci poniamo noi possono fermarci (vedi sopra anche qui).

Quindi?

Quindi vi dico che quest’anno è stato pesante e faticoso. Ma per quanto la pandemia è stata (ed è ) un’esperienza bruttissima, possiamo provare ad apprezzarne i – pochi – lati positivi come l’essere flessibili e adattabili, che ‘la presenza’ non è l’unico modo per rapportarsi e che la tecnologia non è quel mostro cattivo che pensavamo fosse.

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Olimpiadi della matematica

Rendiamo divertente il ripasso in questi ultimi giorni di scuola

Siamo a fine scuola e siamo tutti un po’ stanchi.

A scuola però dobbiamo andare e dobbiamo, più che nei mesi passati, proporre agli studenti e alle studentesse attività stimolati e non troppo pesanti.

Cosa possiamo inventarci?

Personalmente utilizzo gli ultimi giorni di scuola per attività di consolidamento e potenziamento tra cui giochi e compiti di realtà.

Tra le attività che preferisco ci sono le ‘Olimpiadi della matematica’.

Sono semplici operazioni e giochi matematici da eseguire in squadra.

Come sono organizzate?

Ho realizzato due tipologie : inizialmente le olimpiadi prevedevano la scelta delle attività tramite una ruota o un dado che i bambini, a turno, dovevano girare/lanciare e il numero che usciva corrispondeva alla domanda a cui avrebbero dovuto rispondere; in seguito ho organizzato anche una versione in cui le domande sono gestite direttamente dall’insegnante e i bambini devono prenotarsi tramite un pulsante.

Regolamento

  1. Dividersi in squadre
  2. Procurarsi un foglio e una penna per i calcoli
  3. Decidere i giocatori (nella versione con ruota/dado) o un portavoce (nella versione senza ruota/dado)
  4. Nella versione con ruota/dadi tutte le squadre affrontano, a turno, le attività.
  5. Nella versione senza ruota/dadi l’insegnante fa una domanda e chi si prenota per primo può rispondere. Se sbaglia le altre squadre possono prenotarsi un’altra volta.
  6. Punteggio : tabelline 1 punto a domanda; operazioni da 1 a 3 a seconda della difficoltà; domande di logica un punto a domanda.
  7. Dare una caramella a tutti.

Alternative

Naturalmente le olimpiadi possono essere organizzate per ogni materia. Personalmente ritengo che matematica (operazioni, problemi, geometria) ed inglese siano le materie che più si prestino, ma ciò non vuol dire che non si possano utilizzare.

Difficoltà

Sfida. A volte i bambini e le bambine si fanno prendere dalla competitività e ciò può portare ad uno svolgimento turbolento delle olimpiadi e discussioni alla fine per il punteggio (che non è obbligatorio ed è solo indicativo ).

Comprendere il comando. A volte sono molto felici dell’attività che non prestano attenzione alla spiegazione che, per quanto facile, deve però essere ascoltata attentamente perchè alcune regole sono fondamentali. Io, prima di ogni attività, faccio una o due prove.

Volume. Come ogni gioco o attività che si discosta dalla routine è visto come un momento di ‘festa’ ed i bambini e le bambine manifestano il loro entusiasmo aumentando il volume anche delle semplici frasi che si scambiano con chi è accanto a loro.

Materiali

Ecco i file delle olimpiadi di matematica. Potete scaricarli e modificarli per adattarli alle vostre classi.

Regolamento con ruota/dadi

Regolamento senza ruota/dadi

Operazioni

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Gli incontri scolastici

Scuola e riunioni : online o in presenza? 

Inizio dicendo che da me un caos come quest’anno non c’è mai stato, nemmeno nel 2020 all’inizio della pandemia.

Siamo passati attraverso tutte le opzioni da settembre a ora :

presenza-distanza-presenza-distanza-mista- presenza- fate come volete 

No, non sto scherzando sull’ultima modalità: al momento siamo noi insegnanti che decidiamo in base alle nostre esigenze se organizzare le riunioni/programmazioni in presenza o a distanza.

Al di là della modalità che sentiamo più vicina a noi è abbastanza incredibile che si lasci tutto al caso, tutto sulle spalle degli insegnanti come al solito.

Cosa farei io?

Detto questo io avrei messo la distanza obbligatoria per tutte le riunioni 😂 anche se siamo  al pc parliamo sempre con la bocca e anzi, non si ha il vociare dei colleghi o il parlarsi sopra.

Poi diciamoci la verità, quante sono le riunioni veramente importanti che facciamo a scuola?

Da me, fortunatamente, gli argomenti all’ordine del giorno sono 3 di cui uno è leggere e approvare il verbale precedente, uno è ‘varie ed eventuali’.

Stesso discorso per le programmazioni. A volte è necessario essere a scuola magari per metter in ordine l’aula, sistemare materiali o elaborati… ma spesso ci ritroviamo nella stessa stanza ognuno a preparare le sue lezioni o correggere quaderni.

Io lo faccio più volentieri da casa dove non devo pensare ai 40 minuti di macchina che mi aspettano.

Questo non vuol dire che non si lavori in team, ma è cambiato il modo di comunicare e condividere documenti.

Nuovi modi di comunicare . . .

Non parlo semplicemente dei gruppi whatsapp (fastidiosi, spuntano come funghi, se li silenzi li dimentichi però imbattuti per rapidità, scambio, persone raggiunte), ma anche delle mail e dei programmi di condivisione dei documenti.

. . . e tradizioni consolidate

Poi chi veramente aspetta magari la programmazione per condividere idee, cercare consigli od organizzare un lavoro?

Aspetta che mi segno tutte le idee che ho dal mercoledì al martedì della settimana successiva per poi poter inondare le mie colleghe in programmazione.

No, quando abbiamo un’idea la diciamo durante la compresenza, durante il cambio, se ci incrociamo in corridoio così sappiamo già se il resto del team approva e possiamo iniziare a lavorarci.

E i colloqui?

Anche in questo caso l’organizzazione è lasciata in mano agli insegnanti. Ma qui mi fermo perchè meritano un post a parte.

Cosa mi auguro per il prossimo anno?

Di poter partecipare a più riunioni/programmazioni on line e poter scegliere la presenza solo quando c’è effettivamente una necessità.

Perchè questa scelta? Un 50% per l’esiguità degli argomenti trattati, un 35% per risparmiare tempo di viaggio utilizzabile per altro e un 15% per la mia asocialità.

E voi? In quale modalità preferireste le riunioni ?

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Motricità

Strumento essenziale per conoscere il mondo

Di motricità se ne parla tanto perché si riconosce il suo ruolo essenziale nello sviluppo. Ma non possiamo improvvisarci grandi esperti e neppure esperti. Esiste una figura professionale, lo psicomotricità dell’età evolutiva, che si occupa appunto, di questo argomento.
Diverse scuole dell’infanzia hanno nel Ptof, progetti di psicomotricità condotti da personale esterno.

Secondo me sono percorsi che dovrebbero essere integrati sia all’infanzia che alla primaria (dove, però, si ritiene che la motricità, fine e grossolana, non sia tema di attività, in molti casi), ma che solitamente sono sovvenzionati dai genitori e hanno un monte ore esiguo.

Cosa possiamo fare noi insegnanti?
Non molto, ma qualcosa si.

Affidarci ai consigli dei professionisti, in primis, ma anche proporre altre attività. Ad esempio ho trovato all’Ikea dei piccoli oggetti che potrebbero fare al caso nostro

Si trovano nel reparto lavanderia. Cosa saranno?
Sul retro c’é il disegno del contenuto, come vedete a tema lavanderia.

Cosa sono?

Delle sagome di plastica con un foro al centro in cui, secondo l’uso originario, servono per tenere appaiati i calzini durante il lavaggio.

Già così sono oggetti geniali.

Appena li ho visti ho pensato all’uso che se ne potrebbe fare a scuola, sia infanzia che primaria , ovvero utilizzarli per sviluppare o migliorare la manualità inserendo ritagli di tessuti invece che i calzini da lavare.

Come utilizzarli quindi?
Guarda il mio video
Si utilizzano in modo molto semplice e possono far parte di un percorso .

Idea di percorso:

  • I mestieri (quindi sia come lavoratore in lavanderia, sia come gestione del bucato);
  • I materiali (i materiali morbidi passeranno nell’apertura, i materiali duri/solidi no)
  • Salviamo i calzini ( discriminazione visiva e motricità: trovare i calzini di un certo colore e farli passare nell’apertura)

Sicuramente ci saranno altri modi per usare questi piccoli oggetti e altri percorsi da poter progettare, quelli sopra sono i primi a cui ho pensato utilizzabili sia all’infanzia che alla primaria.

Se vi vengono in mente altre idee fatemele sapere!

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Benvenuti

Quello della maestra non è un mestiere semplice. Sono necessarie tenacia, pazienza e una grande resistenza.

Niente é lasciato al caso. Dalla progettazione della lezione al seguire i bambini durante tutte le fasi dell’apprendimento, tutto é studiato nei dettagli.

In queste pagine cercherò di descrivervi il mio metodo didattico ( che é in continuo aggiornamento e sviluppo).

Durante i molti anni di esperienza “sul campo” e il confronto con altri professionisti del settore ho capito che mettersi in gioco, condividere e aggiornarsi costantemente è il segreto per lavorare bene e far imparare in allegria.