Categorie
Insegnanti Libri scuola infanzia scuola primaria

Di libri, bambini e scuola

Lettori si nasce o si diventa?

Una delle competenze base che si acquisisce a scuola è saper leggere.

Tutti imparano a leggere. L’analfabetismo ( l’incapacità di leggere e scrivere) nei paesi sviluppati riguarda una percentuale molto piccola di persone e si tratta di un fenomeno residuale, ovvero si tratta principalmente di quelle persone che avrebbero dovuto frequentare la scuola quando ancora non c’era l’obbligo.

In italia il fenomeno dell’analfabetismo è molto basso infatti riguarda circa lo 0,6% della popolazione.

Invece è preoccupante la percentuale di analfabeti funzionali, ma quella è un’altra storia e ne riparleremo, forse.

La scuola e la lettura

Il primo anno di scuola primaria lo scopo è insegnare ai bambini a leggere e a scrivere. Entro la fine della seconda bambini e bambine, in genere, arrivano a padroneggiare abbastanza bene entrambe le attività.

Ma saper leggere non basta. Bisogna saper leggere con una certa intonazione, con una certa velocità scandendo le parole ma non troppo. Tutto giusto ma . . .

Qualcosa non va

Per quanto la lettura rivesta un ruolo importante, direi essenziale per la vita di tutti i giorni, a scuola spesso si pretende senza dare il buon esempio.

I bambini e le bambine ci osservano, ci studiano e fanno loro il nostro comportamento. Le parole che diciamo e ciò che ci aspettiamo da loro devono trovare riscontro in quello che facciamo noi adulti.

Ci sono molte attività legate alla lettura. Attività scolastiche ed extra perchè dobbiamo far passare il messaggio che leggere non è semplicemente un compito che la maestra e il maestro ci chiedono di fare, ma un’attività piacevole.

Ad esempio c’è il progetto Leggimi Forte o gli incontri realizzati dalle biblioteche e, attività piacevole e insostituibile : la favola della buona notte.

A me piace trovare 10 minuti ogni giorno per leggere qualcosa in classe. Che sia legato ad argomenti che stiamo affrontando oppure no, che sia un brano o un libro, l’importante è leggere.

Leggere non è un obbligo

Un altro grande errore che deriva dalla scuola è l’idea che l’unica cosa valida da leggere sia un libro.

Niente di più sbagliato!

Ci sono libri, ci sono fumetti, ci sono graphic novel (anche se più adatte ad un pubblico adulto), ci sono riviste e quotidiani.

Ciò che la scuola dovrebbe far passare non leggere = libro, ma leggere quello che ci interessa anche fossero raccolte di barzellette.

‘ Ognuno di noi è un lettore, qualcuno non ha ancora trovato il suo libro preferito’
Categorie
Bilanci Estate Insegnanti Organizzazione scuola infanzia scuola primaria

Come partire bene a Settembre

Ovvero cosa fare in questi due mesi di vacanza

Luglio è iniziato, gli esami sono finiti. . . via con le vacanze estive. E’ adesso che gli e le insegnanti hanno veramente tempo libero.

Come sfruttarlo al meglio?

La tentazione principale, lo sappiamo tutti, è dedicarsi al niente. Per qualche giorno fa bene, poi iniziamo a non sapere cosa fare, a non ricordarci che giorno è e capiamo che dobbiamo tenerci occupati.

La tentazione di pensare alla scuola è forte. E’ adesso, con la mente e la giornata libere, che ci vengono in mente quelle bellissime attività che avremmo potuto fare; come avremmo potuto rispondere a quella persona o come avremmo potuto gestire quella situazione…

NO! Fermatevi subito!

Le vacanze servono intanto per riposarsi e staccare un po’ la mente.

Ecco qualche consiglio su come passare questi giorni in attesa che ricomincino gli impegni scolastici.

COME ARRIVARE PREPARATI A SETTEMBRE

  1. Riposatevi. Per una settimana staccate la spina, togliete la sveglia, archiviate tutte le chat scolastiche.
  2. Organizzate. Il materiale di scuola è sul mobile di salotto, sul comodino. . .? Mettetelo a posto, in una libreria (come ho fatto io la scorsa settimana – ‘La libreria‘), in un mobile, dentro delle scatole. Non averlo sempre sott’occhio gioverà al vostro relax.
  3. Divertitevi. Si, so che c’è il collega o la collega che ha già pianificato l’intero a.s. 2022/2023, ma non siamo tutti uguali. Andate a cena fuori, al mare o in montagna, riprendete in mano quel passatempo che durante i mesi di scuola lasciate indietro.
  4. La famiglia .
  5. Gli amici.
  6. Vacanze. Partite. Che sia una gita fuori porta, un weekend nella città vicina o una settimana all’estero, ma partite. Da soli, in compagnia.
  7. In-formatevi. Adesso che non abbiamo aggiornamenti di graduatorie sul collo, cercate corsi che possano interessarvi, che possano accrescervi personalmente e/o professionalmente. Personalmente non vedo l’ora che esca il calendario di Stefania-nonchiamatelamaestra.
  8. Viziatevi. Fate qualcosa solo ed esclusivamente per voi. Regalatevi qualcosa che volete da tempo o qualcosa che avete appena visto e vi mette allegria.
  9. Leggete. Qualsiasi libro a patto che non abbia niente a che fare con la scuola.
  10. Trovate un buon proposito da seguire nei mesi di scuola: un qualcosa a cui non siete riusciti a dedicare molto tempo e che vi impegnate di non abbandonarlo fino alla prossima estate.

L’estate sta finendo, ma abbiamo sempre qualcosa da fare

A scuola dobbiamo tornare, perciò prendiamoci l’ultima settimana di agosto per prepararci.

  1. Kit dell’insegnante. Preparate e organizzate tutto ciò che pensate possa servirvi per il prossimo anno scolastico: dalla borsa/zaino, alla borraccia, agli outfit.
  2. A.s. 2022/2023. Iniziamo a tirare giù qualche tappa fissa di ciò che vorremmo affrontare con gli alunni e le alunne. Dagli argomenti alle attività, perfino le uscite/la gita, tutti i punti base senza scendere troppo nel dettaglio perchè lo sappiamo: il viaggio sarà bello se sapremo adattarlo alle risposte dei bambini e delle bambine perchè ci condurranno verso strade che non avevamo lontanamente preso in considerazione.

Adesso siamo pronti: Settembre non ti temiamo!

Categorie
Bilanci Estate Insegnanti Materiali e strumenti Organizzazione

La libreria

Parola d’ordine decluttering.

Come vi ho anticipato lo scorso mercoledì, questa è stata la settimana del riordino delle librerie e, in generale dei materiali che utilizzo per la scuola.

Dove eravamo rimasti

Ho iniziato lunedì e finito ieri. Quattro giorni di duro lavoro. Prima di iniziare pensavo che la parte peggiore sarebbe stata separarmi da alcuni materiali cartacei che avevo creato io e alcune schede che ritenevo fondamentali. Bè, niente di più sbagliato. Ho fatto un decluttering abbastanza profondo e diversi materiali cartacei li ho digitalizzati rendendoli così sempre a disposizione e condivisibili (santo google drive!) e rivisitati per farsi si che fossero più chiari e inclusivi.

Come è finita?

Più o meno in questo modo.

Ho diviso i materiali per tipologia.

Libreria 1
Libreria 1 e 2
Libreria 2

Cosa me ne faccio di tutto questo materiale?

A volte niente. Infatti, seguendo i più classici schemi del decluttering, ho preso in mano ogni libro, ogni scheda, ogni materiale e ho penssato all’ultima volta che mi è stato utile.

Non usato, perchè difficilmente ripropongo una stessa attività a classi differenti: cerco di personalizzare il più possibile materiale e percorso in base ai bambini e alle bambine che ho davanti.

I materiali che conservo li tengo come base, guida diciamo. Di alcuni ne ho varie versione, altri non li ho mai utilizzati. Magari li ho visti utilizzare da colleghi e colleghe e ho pensato che avrebbero potuto essere utili.

Quindi cosa ho fatto questa settimana? Ho preso in mano i materiali che avevo e ho pensato quale fosse stata l’ultima volta che mi erano stati utili.

Sono partita dai materiali per la classe che avevo, una quarta.

  1. mi sono serviti quest’anno?
  2. sono stati utili a colleghi o colleghe?
  3. avrei potuto utilizzarli ma qualcosa (tipo quarantena o simili) me lo ha impedito?

Se rispondevo ‘sì’ ad almeno una di quelle domande lo tenevo, altrimenti ‘ciao, è stato bello lavorare insieme ma non mi servi più’.

Sono passata poi ai materiali per altre classi.

  1. quando ho affrontato questa classe l’ultima volta mi è stato utile?
  2. è stato utile a colleghi o colleghe?

Se una delle due domande trovava una risposta affermativa lo tenevo, altrimenti via.

Ho buttato molte cose, alcune mai utilizzate. Molte schede le ho riciclate creando blocchetti per appunti e altre le ho digitalizzate (lavoro lungo che in realtà non è ancora finito). Ho sicuramente più ordine nella libreria che corrisponde anche a più ordine mentale per me. A volte troppo materiale (e credo ancora di averne da dar via) crea solo confusione.

Nella mia libreria ho alcuni testi per le classi 1/2/3 e 4/5 che ritengo molto validi adesso, sopratutto perchè parlano in modo migliore di alcuni argomenti. Un giorno troverò il libro perfetto che li racchiude tutti!

Manca una tipologia di libro : le guide. Prima di iniziare ad insegnare credevo che le guide sarebbero state dei volumi essenziali nel mio lavoro, adesso le considero solo schede preconfezionate che non capisco come possano adattarsi ai vari percorsi che un insegnante decide di seguire nella propria classe. Personalmente gli esercizi sui libri di testo mi bastano ed avanzano, altre schede non le trovo utili. Meglio impiegare quel tempo in attività manipolative e laboratoriali.

Voi avete delle librerie di scuola? Come sono organizzate?

Categorie
Bilanci DDI didattica a distanza Insegnanti Organizzazione progettazione lezione Riunioni

A.s. 2021/2022

Pro e contro dell’anno scolastico appena finito

Possiamo ufficialmente archiviare questo anno scolastico.

Un anno particolare in cui abbiamo attraversato ogni fase della pandemia, abbiamo riorganizzato il lavoro dall’oggi al domani, abbiamo imparato a destreggiarci tra i DPCM e il burocratese (ovvero il dire tutto e niente con tanti paroloni) e, insieme, abbiamo coperto i buchi delle istruzioni che ci sono state date per prevenire i contagi a scuola. Come se non bastasse ci siamo trovati a parlare di guerra e ad accogliere bambini che stavano scappando dal loro paese.

Mai come quest’anno abbiamo fatto i salti mortali per arrivare a giugno perchè i bambini e le bambine meritano questo ed altro.

Parola d’ordine reinventarsi

Se, nonostante le varianti del Covid e le novità sulla gestione della situazione scolastica, affrontare la ‘situazione pandemia’ è stato faticoso ma fattibile perchè ormai si tratta del 3 anno, discorso diverso è stato per la guerra.

Per quanto si parli di eventi simili, primo fra tutti la Giornata della memoria il 27 gennaio, abbiamo in classe bambini e bambine che la guerra non sanno in realtà cosa sia. Anche noi insegnanti non abbiamo vissuto le atrocità della guerra, ma di sicuro lo hanno fatto i nostri nonni e molti di noi sono cresciuti con i loro racconti di un’Italia non molto lontana. I bambini e le bambine di oggi difficilmente hanno ascoltato racconti simili dai diretti interessati, la guerra è una realtà lontana, qualcosa di astratto e quasi un gioco.

Ci siamo trovati quindi a spiegare cosa sia la guerra utilizzando parole che non spaventassero ma che rendessero comunque l’idea della situazione.

Abbiamo cercato di smorzare e filtrare le mille informazioni che i bambini e le bambine ci riferivano (perchè ricordate che loro sentono tutto anche quando sembra che non ascoltino) e preparato all’ingresso di possibili e reali alunni e alunne provenienti dai paesi in guerra.

Cosa è rimasto di questi mesi?

Sono rimasti molti pensieri su ciò che abbiamo passato.

Sono rimasti dubbi sull’essere riusciti ad affrontare la situazione e la didattica nel migliore dei modi possibili.

Contro

  1. Problemi di comunicazione ministero-scuole. Abbiamo visto, ancora una volta come, chi si occupa di scuola, in realtà ne Sa molto poco. Conosce a grandi linee come funziona, ma la quotidianeità e le situazioni che gli insegnanti si trovano ad affrontare sono molto oscure per i piani alti.
  2. Siamo stati la prima linea : di informazione, di supporto e abbiamo assorbito tutte le lamentele, i dubbi e i problemi dei genitori. Lo rifaremmo, ma non è stato facile.
  3. Il riorganizzarsi all’ultimo momento. Tipo la grande idea di modificare le linee guida sui contagi l’ultimo giorno di scuola. Nemmeno noi insegnati sapevamo bene come agire e molti hanno temuto per i familiari.
  4. Le lamentele/Genitori. Su tutto dalle mascherine al distanziamento sopratutto sostenute da ‘Ma tanto ha già avuto il covid’. Ecco, una delle frasi che ho ripetuto più spesso quest’anno è stata ‘Capisco, ma non tutto l’hanno avuto e anche voi potreste riprenderlo’.
  5. Le lamentele/Insegnanti. Dal vaccino alle mascherine, passando per ‘ma al ristorante’ , ‘ma in palestra’ fino ad arrivare ‘secondo me l’hanno fatto di proposito’. Non so voi, ma io a sentire certe affermazioni qualche domanda me la sono fatta…
  6. La DDI. Ecco, tra tutte le invenzioni dell’umanità la DidatticaDigitaleIntegrata è la peggiore. Il male assoluto. Ciò che può portare qualsiasi essere umano alla pazzia. E non perchè la connessione internet nelle scuole non funziona, ma proprio per come è stata pensata.

Pro

  1. La forza dei bambini e delle bambine che si sono adattati a tutto, che hanno saputo agire e reagire meglio di tanti adulti.
  2. La tecnologia. Qui sono di parte, ma credo che nelle scuole computer e TIC (tecnologie dell’informazione e della comunicazione) siano troppo sottovalutati. E’ inutile negare che sia una delle competenze necessarie che i bambini dovranno sviluppare.
  3. Le riunioni a distanza. La comodità di non dover tornare a scuola o avere due ore di buco, stare sul divano, alla scrivania, al tavolo con la temperatura ideale, una bella tazza di tè, caffè, coca cola a portata di mano e di essere subito a casa una volta finita la riunione.
  4. I corsi a distanza. Non so quanti corsi ho seguito in questi due anni. Corsi a cui normalmente avrei dovuto rinunciare.
  5. Le conoscenze. Questo blog e il profilo instagram sono nati proprio a inizio pandemia per non perdere i contatti con gli altri. Nel tempo ho conosciuto professionisti che, come me, hanno utilizzato i social per rimanere in contatto con le persone.
  6. Flessibilità didattica. Abbiamo imparato che non sempre ciò che ha funzionato può andare bene in ogni contesto (si, so che questo già avremmo dovuto saperlo, ma non l’avevano capito proprio tutti), che si può arrivare allo stesso risultato seguendo strade diverse (come sopra) e che esistono molti modi di fare didattica : solo i limiti che ci poniamo noi possono fermarci (vedi sopra anche qui).

Quindi?

Quindi vi dico che quest’anno è stato pesante e faticoso. Ma per quanto la pandemia è stata (ed è ) un’esperienza bruttissima, possiamo provare ad apprezzarne i – pochi – lati positivi come l’essere flessibili e adattabili, che ‘la presenza’ non è l’unico modo per rapportarsi e che la tecnologia non è quel mostro cattivo che pensavamo fosse.

Categorie
Estate Insegnanti scuola infanzia scuola primaria

Vacanze estive

Gioie e dolori di un periodo dell’anno molto importante

Insegnanti, genitori e bambini

Le vacanze estive sono quel periodo dell’anno in cui la società pensa che noi insegnanti ce ne stiamo in relax al mare, sul divano, in montagna; in cui i genitori fanno i salti mortali per organizzare il tempo (e la custodia) dei figli; gli insegnanti fanno avanti e indietro per far fronte a tutti gli impegni prima della chiusura dell’anno scolastico.

Giugno

Insegnanti a giugno sono presi da mille impegni. E’ uno dei mesi più frenetici perchè si è alle prese con la chiusura dell’anno scolastico sia a livello di didattica che di impegni istituzionali. E c’è di peggio.

Gli insegnanti della scuola dell’infanzia sono in servizio, didatticamente parlando, fino al 30 giugno. Non so se siete mai stati in una classe il 20 giugno, ma c’è solo da portare rispetto per chi ci lavora. I bambini sono stanchi, magari hanno fratelli/sorelle maggiori a casa, alcuni vanno giusto un’oretta per fare presenza. Ma la cosa peggiore è il caldo. Le nostre aule non sono adatte per certe temperature: mancano ventilatori, aria condizionata o anche la semplice ventilazione naturale senza considerare che difficilmente ci sono tende alle finestre e ci si trova alla scelta fra sole cocente e caldo o ombra e caldo.

Cosa non sopportate di questo periodo?

  1. Il controllo del registro. Si, so che dovrei riempirlo giornalmente e lo faccio il 98% delle volte, ma capita quel giorno in cui internet prende poco oppure che stavo firmando e qualcosa mi ha interrotto o, ancora, che ho firmato sbagliando ora e/o materia.
  2. La scelta dei compiti per le vacanze. Argomento spinoso sia per noi insegnanti che per i genitori. Negli anni ho ridotto il tutto ad alcuni schieramenti.

Compiti

Genitori

  1. Compiti come se non ci fosse un domani. L’importante è tenere occupati i bambini. Solitamente sono genitori che stanno a casa con i bambini e avere dei compiti da fargli fare è un modo per avere un po’ di tempo da dedicare ad altro ( anche solo riposarsi un po’ e bere un caffè con calma).
  2. Compiti che tortura. Non sopportano i compiti in nessuna delle loro forme. Puoi assegnare libri già pronti, alcuni esercizi non fatti durante l’anno o quei compiti simpatici che tanto spopolano sui social, ma non li farai mai contenti perchè il loro motto è ‘che estate è se non possono fare vacanza completa?’.

Insegnanti

  1. Libri, libri e ancora libri. Non si accontentano di un semplice eserciziario di una cinquantina di pagine, no, vogliono un libro per materia. Peccato che storia e geografia sono integrate in italiano, altrimenti darebbero un libro anche per loro.
  2. Finiamo i libri. Per un motivo o un altro durante l’anno scolastico non sono riusciti a finire gli esercizi presenti sui libri (e a volte nemmeno gli argomenti) e approfittano delle vacanze per far concludere ai bambini a casa da soli ciò non hanno affrontato in classe.
  3. E’ lo stesso. Solitamente sperano che qualche collega decida per loro e a settembre non controllano mai quelli che è stato fatto durante l’estate.
  4. Alternativi. Sono gli insegnanti che cercano di dare per l’estate compiti diversi, alternativi per far potenziare le competenze, perchè hanno visto che spesso i compiti estivi vengono fatti tutti insieme e magari non sono nemmeno tutti farina del sacco degli alunni e delle alunne. Si passa da esperimenti a esperienze da vivere in famiglia per lo più cose da fare all’aperto.

A quale schieramento appartieni?

Io li ho passati un po’ tutti. Dalle prime esperienze con i libri già pronti, all’affidarmi ai colleghi. Al momento sono sull’idea dell’alternatività, ma dò anche alcuni titoli per chi preferisce (o ritengo abbia bisogno) tenersi allenato. Personalmente credo che le enigmistiche siano il passatempo più produttivo che si possa fare durante le vacanze estive.

Luglio e Agosto

In questi due mesi si che gli insegnanti si riposano!

Ah,ah,ah. E’ il momento di pensare all’anno successivo, settembre è sempre dietro l’angolo. Senza considerare tutto ciò che è stato rimandato nei mesi precedenti anche a livello personale.

Per i bambini è il momento di fare i compiti estivi assegnati.

Ma non mancano i momenti per andare in vacanza per fortuna!

Categorie
Matematica progettazione lezione scuola primaria

Olimpiadi della matematica

Rendiamo divertente il ripasso in questi ultimi giorni di scuola

Siamo a fine scuola e siamo tutti un po’ stanchi.

A scuola però dobbiamo andare e dobbiamo, più che nei mesi passati, proporre agli studenti e alle studentesse attività stimolati e non troppo pesanti.

Cosa possiamo inventarci?

Personalmente utilizzo gli ultimi giorni di scuola per attività di consolidamento e potenziamento tra cui giochi e compiti di realtà.

Tra le attività che preferisco ci sono le ‘Olimpiadi della matematica’.

Sono semplici operazioni e giochi matematici da eseguire in squadra.

Come sono organizzate?

Ho realizzato due tipologie : inizialmente le olimpiadi prevedevano la scelta delle attività tramite una ruota o un dado che i bambini, a turno, dovevano girare/lanciare e il numero che usciva corrispondeva alla domanda a cui avrebbero dovuto rispondere; in seguito ho organizzato anche una versione in cui le domande sono gestite direttamente dall’insegnante e i bambini devono prenotarsi tramite un pulsante.

Regolamento

  1. Dividersi in squadre
  2. Procurarsi un foglio e una penna per i calcoli
  3. Decidere i giocatori (nella versione con ruota/dado) o un portavoce (nella versione senza ruota/dado)
  4. Nella versione con ruota/dadi tutte le squadre affrontano, a turno, le attività.
  5. Nella versione senza ruota/dadi l’insegnante fa una domanda e chi si prenota per primo può rispondere. Se sbaglia le altre squadre possono prenotarsi un’altra volta.
  6. Punteggio : tabelline 1 punto a domanda; operazioni da 1 a 3 a seconda della difficoltà; domande di logica un punto a domanda.
  7. Dare una caramella a tutti.

Alternative

Naturalmente le olimpiadi possono essere organizzate per ogni materia. Personalmente ritengo che matematica (operazioni, problemi, geometria) ed inglese siano le materie che più si prestino, ma ciò non vuol dire che non si possano utilizzare.

Difficoltà

Sfida. A volte i bambini e le bambine si fanno prendere dalla competitività e ciò può portare ad uno svolgimento turbolento delle olimpiadi e discussioni alla fine per il punteggio (che non è obbligatorio ed è solo indicativo ).

Comprendere il comando. A volte sono molto felici dell’attività che non prestano attenzione alla spiegazione che, per quanto facile, deve però essere ascoltata attentamente perchè alcune regole sono fondamentali. Io, prima di ogni attività, faccio una o due prove.

Volume. Come ogni gioco o attività che si discosta dalla routine è visto come un momento di ‘festa’ ed i bambini e le bambine manifestano il loro entusiasmo aumentando il volume anche delle semplici frasi che si scambiano con chi è accanto a loro.

Materiali

Ecco i file delle olimpiadi di matematica. Potete scaricarli e modificarli per adattarli alle vostre classi.

Regolamento con ruota/dadi

Regolamento senza ruota/dadi

Operazioni

Categorie
Insegnanti Organizzazione scuola primaria Senza Zaino

Senza zaino day 2022

La rete di scuole Senza Zaino ogni anno dedica un giorno alla propria modalità didattica/organizzativa.

Cos’è il Senza Zaino Day?

E’ principalmente un evento rivolto ai familiari dei bambini che frequentano le scuole che condividono il modello senza zaino .

Le famiglie, nelle scuole senza zaino, sono sempre state molto partecipi (anni di pandemia esclusi) e condividono il percorso dei loro figli anche aiutando nella manutenzione delle aule e nella creazione di arredi e strumenti utili.

E’ stato perciò istituito un giorno, 19 maggio, in cui si celebra questa realtà ed i familiari possono vivere una giornata di scuola.

La pandemia e il senza zaino

Tutte le scuole sono stati colpite duramente dalle misure di sicurezza che sono state attuate durante la pandemia.

Una scuola che porta avanti una didattica più tradizionale è riuscita ad andare avanti nel suo percorso senza troppe modifiche, una scuola appartenente alla rete Senza Zaino ha dovuto invece rivoluzionare il suo modo di essere.

Non è stato facile, ma siamo sopravvissuti anche a questo terzo anno.

Il Senza Zaino Day

Questa giornata è rimasta come un faro nell’anno scolastico, un appiglio per non andare troppo alla deriva.

In questi due anni (2021 e 2022) il tema portante è stato

Siamo la terra siamo noi

Rete Scuole Senza Zaino

Declinato a favore dell’Agenda 2030 ‘Siamo noi questo chicco di grano’ , lo scorso anno, e a favore della Legalità quest’anno ‘Seminiamo insieme pace e giustizia’.

Ogni classe decide un percorso che segue il tema proposto e organizza una serie di attività ed elaborati che trovano una conclusione nel Senza Zaino Day con la mostra ai genitori, la consegna di elaborati e la realizzazione di un’attività insieme.

Il nostro percorso

Lavorare sul tema della legalità in una classe quarta è stato abbastanza semplice : i bambini sono grandi abbastanza da distinguere le ingiustizie dai comportamenti corretti e per comprendere termini specifici e materiale dedicato.

Si è trattato principalmente di un percorso di educazione civica in cui siamo andati alla scoperta della legalità con storie, canzoni, video, ma anche attingendo al materiale per eccellenza : la Costituzione Italiana.

Cosa è rimasto

Abbiamo creato diversi elaborati che sono stati i protagonisti della mostra e un calendario che ognuno poteva portarsi a casa : il piccolo calendario della legalità.

Il nostro Senza Zaino Day

E nel futuro?

Speriamo di poter riaprire in toto le porte della scuola per far tornare i genitori parte attiva di uno spaccato della vita dei loro figli da cui sono tenuti troppo a distanza.

Categorie
Insegnanti Organizzazione progettazione lezione Riunioni scuola infanzia scuola primaria

Gli incontri scolastici

Scuola e riunioni : online o in presenza? 

Inizio dicendo che da me un caos come quest’anno non c’è mai stato, nemmeno nel 2020 all’inizio della pandemia.

Siamo passati attraverso tutte le opzioni da settembre a ora :

presenza-distanza-presenza-distanza-mista- presenza- fate come volete 

No, non sto scherzando sull’ultima modalità: al momento siamo noi insegnanti che decidiamo in base alle nostre esigenze se organizzare le riunioni/programmazioni in presenza o a distanza.

Al di là della modalità che sentiamo più vicina a noi è abbastanza incredibile che si lasci tutto al caso, tutto sulle spalle degli insegnanti come al solito.

Cosa farei io?

Detto questo io avrei messo la distanza obbligatoria per tutte le riunioni 😂 anche se siamo  al pc parliamo sempre con la bocca e anzi, non si ha il vociare dei colleghi o il parlarsi sopra.

Poi diciamoci la verità, quante sono le riunioni veramente importanti che facciamo a scuola?

Da me, fortunatamente, gli argomenti all’ordine del giorno sono 3 di cui uno è leggere e approvare il verbale precedente, uno è ‘varie ed eventuali’.

Stesso discorso per le programmazioni. A volte è necessario essere a scuola magari per metter in ordine l’aula, sistemare materiali o elaborati… ma spesso ci ritroviamo nella stessa stanza ognuno a preparare le sue lezioni o correggere quaderni.

Io lo faccio più volentieri da casa dove non devo pensare ai 40 minuti di macchina che mi aspettano.

Questo non vuol dire che non si lavori in team, ma è cambiato il modo di comunicare e condividere documenti.

Nuovi modi di comunicare . . .

Non parlo semplicemente dei gruppi whatsapp (fastidiosi, spuntano come funghi, se li silenzi li dimentichi però imbattuti per rapidità, scambio, persone raggiunte), ma anche delle mail e dei programmi di condivisione dei documenti.

. . . e tradizioni consolidate

Poi chi veramente aspetta magari la programmazione per condividere idee, cercare consigli od organizzare un lavoro?

Aspetta che mi segno tutte le idee che ho dal mercoledì al martedì della settimana successiva per poi poter inondare le mie colleghe in programmazione.

No, quando abbiamo un’idea la diciamo durante la compresenza, durante il cambio, se ci incrociamo in corridoio così sappiamo già se il resto del team approva e possiamo iniziare a lavorarci.

E i colloqui?

Anche in questo caso l’organizzazione è lasciata in mano agli insegnanti. Ma qui mi fermo perchè meritano un post a parte.

Cosa mi auguro per il prossimo anno?

Di poter partecipare a più riunioni/programmazioni on line e poter scegliere la presenza solo quando c’è effettivamente una necessità.

Perchè questa scelta? Un 50% per l’esiguità degli argomenti trattati, un 35% per risparmiare tempo di viaggio utilizzabile per altro e un 15% per la mia asocialità.

E voi? In quale modalità preferireste le riunioni ?

Categorie
didattica attiva Motricità progettazione lezione

Motricità

Strumento essenziale per conoscere il mondo

Di motricità se ne parla tanto perché si riconosce il suo ruolo essenziale nello sviluppo. Ma non possiamo improvvisarci grandi esperti e neppure esperti. Esiste una figura professionale, lo psicomotricità dell’età evolutiva, che si occupa appunto, di questo argomento.
Diverse scuole dell’infanzia hanno nel Ptof, progetti di psicomotricità condotti da personale esterno.

Secondo me sono percorsi che dovrebbero essere integrati sia all’infanzia che alla primaria (dove, però, si ritiene che la motricità, fine e grossolana, non sia tema di attività, in molti casi), ma che solitamente sono sovvenzionati dai genitori e hanno un monte ore esiguo.

Cosa possiamo fare noi insegnanti?
Non molto, ma qualcosa si.

Affidarci ai consigli dei professionisti, in primis, ma anche proporre altre attività. Ad esempio ho trovato all’Ikea dei piccoli oggetti che potrebbero fare al caso nostro

Si trovano nel reparto lavanderia. Cosa saranno?
Sul retro c’é il disegno del contenuto, come vedete a tema lavanderia.

Cosa sono?

Delle sagome di plastica con un foro al centro in cui, secondo l’uso originario, servono per tenere appaiati i calzini durante il lavaggio.

Già così sono oggetti geniali.

Appena li ho visti ho pensato all’uso che se ne potrebbe fare a scuola, sia infanzia che primaria , ovvero utilizzarli per sviluppare o migliorare la manualità inserendo ritagli di tessuti invece che i calzini da lavare.

Come utilizzarli quindi?
Guarda il mio video
Si utilizzano in modo molto semplice e possono far parte di un percorso .

Idea di percorso:

  • I mestieri (quindi sia come lavoratore in lavanderia, sia come gestione del bucato);
  • I materiali (i materiali morbidi passeranno nell’apertura, i materiali duri/solidi no)
  • Salviamo i calzini ( discriminazione visiva e motricità: trovare i calzini di un certo colore e farli passare nell’apertura)

Sicuramente ci saranno altri modi per usare questi piccoli oggetti e altri percorsi da poter progettare, quelli sopra sono i primi a cui ho pensato utilizzabili sia all’infanzia che alla primaria.

Se vi vengono in mente altre idee fatemele sapere!

Categorie
Agenda Insegnanti Organizzazione

Partiamo organizzati

La mia agenda

Quali sono gli assi nella manica di un insegnante?

  • Un team affiatato
  • un’ aula organizzata
  • collaborazione con le famiglie …

e un’agenda dove segnare tutto!

Per me l’agenda é essenziale: é l’estensione della mia memoria, mi aiuta a ricordare le riunioni e i vari incontri, attività particolari, ma anche il semplice orario (diciamocelo: in quanti impariamo l’orario forse a febbraio?).

Ne esistono di diversi tipi e da anni ne cambio una ad anno, non ho ancora trovato la mia planner peace.

Sicuramente la mia preferenza va per le agende non rilegate: ho bisogno di avere la possibilità di inserire fogli, buste, segnalibri . . . perciò quelle ad anelli sono nella top three, direi al primo posto.

Questa l’agenda che mi ha accompagnato quest’anno

Ad anelli, capiente, con tasche … É una Filofax, perciò di ottima qualità ma l’organizzazione della giornata non fa per me infatti ho messo molte aggiunte.

La scelta, per settembre, é caduta su uno dei planner più in voga tra le insegnanti americane: una Happy Planner teacher edition.

Il kit che ho acquistato

Perchè questa agenda? Per il layout. Ogni giorno é diviso in 7 riquadri disposti orizzontalmente. Ogni riquadro può essere dedicato ad un argomento. All’interno troviamo la vista mensile con riportate le principali festività, un punto della situazione per ogni mese e alcuni fogli di check dedicati agli alunni.

L’aspetto negativo é che non troverete quest’agenda nei negozi e si trova difficilmente anche su Amazon. Esistono siti dedicati ai planner o al craft/scrapbooking su cui potete trovarla. La mia l’ho acquistata da Mi tienda de arte che ritengo sia lo shop più fornito a disposizione del mercato italiano.

Al momento é nella sua confezione in attesa del nuovo anno scolastico. Riuscirà a rispondere alle mie necessità? Ve lo saprò dire ad ottobre.